Tra “parcheggio” della liquidità e nuovi stili di vita, in Italia è tornato il boom delle seconde case. Nonostante la pandemia, anzi, proprio sulla scia di questa, i dati consuntivi sul 2021 da poco pubblicati dalla Fiaip (una delle principali associazioni di categoria degli agenti immobiliari) hanno messo nero su bianco alcune cifre che non lasciano spazio a dubbi.
Lo scorso anno la compravendita di seconde case, in Italia, è stata di circa 180.000 unità, +44% rispetto al 2020 (quando se ne erano registrate circa 125.000) e in rialzo anche del 30% rispetto al 2019, che si era chiuso a 140.000. Oggi, in Italia, sul totale dello stock di abitazioni, si contano almeno 5,5 milioni di case turistiche.
Le mete preferite? Naturalmente mare e montagna.
Da Rapallo a Cavalese le mete preferite
Dalla Puglia alla Liguria, le città a maggior vocazione turistica mostrano prezzi in tenuta e addirittura in crescita nelle località top, come Rapallo. Con l’arrivo dell’inverno, i riflettori si sono spostati sulla neve. Per citare qualche esempio, l’ufficio studi di Gabetti, in Lombardia, registra segnali positivi soprattutto nelle location più esclusive della Valtellina, come Bormio, “dove l’interesse verso l’acquisto è cresciuto anche da parte di chi compra a titolo di investimento, verso prodotti in buono stato o da ristrutturare” segnala lo studio.
In Trentino Alto Adige, invece, tra le aree più richieste ci sono Cavalese, la parte alta della Val di Fassa con Canazei e Campitello, Pozza di Fassa e Moena.
Da notare che, a causa della pandemia, si riscontra una maggiore richiesta anche da parte di milanesi, sempre più orientati all’acquisto di una seconda casa al fine di sfruttarne al massimo i benefici grazie al lavoro da remoto.
Tra investimento e smart working
Questo è proprio uno dei fenomeni alla base del boom. “Gli acquisti di seconde case sono di vario tipo” secondo la Fiap. “Alcuni finalizzati a un utilizzo personale, per trascorrere i fine settimana, ma anche per vivere vacanze ‘più libere’, evitando le restrizioni pandemiche (mascherine, distanziamento ecc..) che possono caratterizzare la ricettività in albergo”.
Ma ci sono anche altre motivazioni. “La seconda casa permette di coniugare anche esigenze di lavoro (telelavoro, smart working, ecc.) o di studio per i figli”. E naturalmente, molti acquirenti sono mossi dal puro scopo dell’investimento, da destinare prevalentemente a locazioni brevi, particolarmente richieste dall’avvio della pandemia. Insomma, quale che sia la motivazione, gli italiani stanno decidendo di rimettere sul mattone buone parte della liquidità accumulata e ferma sui conti correnti.
Paradosso apparente
Ma con il Covid non eravamo diventati più poveri? Lo spiega bene il recente rapporto firmato IntesaSanpaolo-Centro Einaudi, basato sui dati della Banca d’Italia. Durante la pandemia è scesa dal 55,1 al 48,6% la quota di famiglie che riesce a destinare una parte del reddito a puro risparmio. Di contro, però, è aumentata di 110 miliardi la quota che gli italiani hanno lasciato parcheggiata sui conti correnti, con il totale che ormai sfonda i 1.500 miliardi di euro. Come si evince dai dati Fiaip, parte di questa liquidità torna a essere riposta sul mattone.
Di corsa anche nel 2022
“La pandemia ha segnato una diminuzione del reddito medio delle famiglie italiane, una contestuale diminuzione dei consumi e, di conseguenza, una crescita della propensione al risparmio” ha spiegato Andrea Oliva, coordinatore ufficio studi Fimaa, nel recente studio redatto insieme a Confcommercio sul mercato immobiliare.
“Oggi, grazie ai tassi dei mutui favorevoli, con l’importo di un canone mensile di locazione si può tranquillamente fronteggiare una rata di mutuo, capitalizzando la spesa sostenuta. Soprattutto per chi ha un posto di lavoro fisso, l’acquisto immobiliare rimane senza dubbio il migliore investimento di sempre: anche da mettere a reddito (compravendite di unità con già in essere contratti di locazione), o da locare per gli studenti, o da locare-utilizzare come seconda casa per la vacanza”. Quest’anno come andrà? Secondo Fimaa, le seconde case registreranno anche nel 2022 un aumento delle transazioni rispetto al 2021. La forte richiesta produrrà un ulteriore incremento dei prezzi medi di vendita per il 38,4% degli agenti.
La tassazione
La compravendita di una seconda casa, in sintesi, è soggetta a due regimi. Se l’acquisto avviene “fuori campo IVA” si pagano l’imposta di registro in misura proporzionale del 9%, più l’imposta ipotecaria e quella catastale, entrambe fisse a 50 euro.
Se la cessione avviene in regime IVA, l’imposta è al 10% o 22% a seconda della categoria catastale, con le imposte di registro, ipotecaria e catastale, ciascuna a 200 euro.
La seconda casa è soggetta all’IMU e alla Tari. Se l’immobile è all’estero, si paga anche l’Ivie, imposta patrimoniale pari allo 0,76% del valore del bene.
Fonte: immobiliare.it