Per evitare la demolizione di una tettoia abusiva e al tempo stesso diminuire i consumi di casa è possibile trasformarla in un pergolato fotovoltaico. Il Consiglio di Stato lo ha chiaramente espresso nella sentenza 5567, confermando al tempo stesso quanto già detto dal Tar Lombardia.
I dettagli del caso
Nel caso di una tettoia abusiva, per la quale è già stata emessa una condanna alla demolizione e i lavori sono già iniziati, è ancora possibile la trasformazione in un utile pergolato fotovoltaico.
È esattamente quanto successo a un cittadino, il quale venuto a conoscenza di questa possibilità, a lavori di demolizione inoltrati ha deciso di interrompere l’abbattimento della struttura e presentare una CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) per la realizzazione della nuova copertura ecologica. Il Comune ha accettando la CILA e prescritto, come parametro di realizzazione del pergolato, una distanza minima di 5 centimetri tra i pannelli fotovoltaici.
Trasformazione in pergolato: la decisione del consiglio di Stato
Il vicino confinante aveva però fatto ricorso al Tar ritenendo che i lavori di demolizione, essendo incompiuti, non fossero stati realizzati correttamente. In questo caso il Tar prima e il Consiglio di Stato poi davanti all’accettazione della CILA da parte del Comune hanno accettato la trasformazione in pergolato fotovoltaico come valida.
I giudici del Consiglio di Stato hanno confermato che se l’opera abusiva nella sua trasformazione perde la sua funzionalità e riconoscibilità, può essere considerata legittima nelle nuove funzioni.
Dal momento che il responsabile ha seguito l’iter normativo presentando una CILA e che il Comune ha prescritto una distanza di 5 centimetri tra i pannelli per una realizzazione a norma del progetto i giudici hanno confermato la legittimità del pergolato fotovoltaico.
Fonte: immobiliare.it